DA DOVE PARTIRE PER MIGLIORARE SE STESSI?

C’è un solo angolo dell’universo che puoi esser certo di poter migliorare, e questo sei tu. (Aldous Huxley)

Un bambino che pone una domanda, è la voce di tutto il mondo che vuole migliorare. (Tristan Bernard)

È così che si migliora: giocando con i più forti (dal film “Match Point” di W. Allen)

Perché migliorare se stessi?  Perché fa parte del normale processo evolutivo di tutte le forme di vita.

La vita spesso non è facile e se vogliamo essere felici e vivere pienamente secondo le nostre potenzialità è necessario andare oltre la nostra normale routine; questa è la ragione per cui non tutte le persone si impegnano quotidianamente e attivamente nello loro sviluppo personale: infatti sforzarsi nel fare cose diverse e non ordinarie costa molta fatica e sacrificio. 

Ma perché conviene impegnarsi in modo consistente? Può un essere umano essere davvero felice e soddisfatto di sé se non esce dalla modalità “funzionamento automatico” per cercare di sviluppare al massimo grado le sue potenzialità?

Da dove partire per mettere in atto un progetto di sviluppo personale? Io considero importante portare attenzione principalmente su tre fattori:

  1. Intenzione e volontà: come attivare dentro di noi un preciso intento unito ad una forte motivazione? Ci sono due motori possibili: 
    1. arriva il punto in cui non accettiamo più l’attuale condizione di vita che ci fa stare troppo male; 
    1. abbiamo dei grandi sogni e aspirazioni che vogliamo intensamente raggiungere. 

In entrambi i casi quello che suggerisco di fare è cercare di ricordarsi questi nostri bisogni e aspirazioni ogni giorno, ogni ora e possibilmente ogni momento della giornata; è necessario non dimenticarci delle cose che per noi sono davvero importanti; esse sono la nostra vera guida in tutte le situazioni della nostra vita.

  • I “difetti” della nostra mente: è necessario comprendere e metabolizzare il fatto che la nostra mente non è perfetta: noi pensiamo che i nostri ragionamenti e il nostro modo di pensare siano quelli corretti e quello degli altri invece sbagliato; in realtà la nostra mente, e il cervello che ne è la declinazione fisica, presentano tre gradi di errore: 
  • il cervello, in quanto organo fisico, lamenta dei difetti di funzionamento proprio come accade per il nostro corpo; infatti se per una malattia, un trauma o per un intervento chirurgico si modificasse la struttura fisica del nostro cervello la nostra personalità cambierebbe in modo sensibile. 
  • Il secondo grado di errore è rappresentato da ego e super-ego, ovvero da due sovrastrutture della nostra personalità che spesso ci fanno percepire migliori degli altri esseri umani creando una netta separazione fra noi e gli altri; si tratta di una modalità molto utile per la nostra sopravvivenza, assolutamente funzionale in situazioni legate alla sopravvivenza, ma non efficace nelle situazioni ordinarie della nostra esistenza dove l’incolumità del corpo non è in pericolo.
  • La nostra mente è pesantemente condizionata da tutte le esperienze passate per cui noi vediamo la realtà attraverso i filtri di questi condizionamenti invece che in modo oggettivo; anche questa modalità di funzionamento è funzionale alla nostra esistenza perché permette di automatizzare il nostro processo di vita attraverso il controllo inconscio di moltissime nostre funzioni; la mente razionale e cosciente, infatti, non sarebbe in grado di svolgere tutte queste attività in modo intenzionale e consapevole. 

Tuttavia questi automatismi ci fanno vivere la vita presente con le competenze ed esperienze di quella passata e in un’epoca come la nostra, molto incerta e in grande cambiamento, spesso il nostro passato non ci aiuta ad affrontare nel migliore dei modi il presente.

Dunque se riusciamo a metabolizzare il fatto che non siamo infallibili e non siamo migliori degli altri, siamo molto più disponibili a cercare la verità delle cose senza per questo sentirci messi in discussione o non accettati. Come fare?

  1. Il problema delle imperfezioni del nostro cervello fisico si possono limitare confrontandoci con le altre persone; persone che stimiamo e che hanno conseguito importanti risultati negli ambiti nei quali vogliamo operare; nel fare questo è necessario spogliarsi del classico atteggiamento “sulla difensiva” o “so tutto io” che di fatto impediscono alle persone di avere relazioni costruttive dalle quali poter apprendere qualcosa di nuovo e di buono.
  2. I problemi causati da ego e condizionamenti si possono invece limitare impegnandoci a fondo nel ricercare a tutti i costi la verità testando continuamente i nostri assunti, verificandone l’effettiva efficacia, in modo sereno e quasi distaccato come se ci ponessimo da osservatori rispetto a noi stessi; in altre parole è fondamentale creare l’abitudine a mettersi in discussione analizzando ancora una volta i risultati che produciamo invece che affidarci alle nostre credenze e convinzioni;
  3. Focalizzarsi sulla qualità dei nostri rapporti interpersonali coltivando emozioni quali amore, gratitudine, pace interiore, gioia e passione; infatti molti studi scientifici confermano che le persone che vantano importanti e soddisfacenti relazioni interpersonali con il prossimo sono le persone che in assoluto sono più felici e soddisfatte. Ma come possiamo coltivare in modo consistente questi stati d’animo? Perseguendo appunto come obiettivo principale il proprio sviluppo personale.

Questo non è certamente tutto, moltissimo c’è ancora da fare ma ritengo che, partendo da questi tre presupposti, si possa aumentare considerevolmente le probabilità di successo nel nostro percorso di crescita personale.


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